Robert Şerban








Voci della poesia romena contemporanea
Robert Şerban: «In alto il cuore»

a cura e traduzione di Afrodita Carmen Cionchin


Proponiamo un’altra voce della poesia romena contemporanea, quella di Robert Şerban, nato nel 1970 a Turnu Severin (Romania), poeta, scrittore e giornalista, membro dell’Unione degli Scrittori di Romania e vincitore di importanti premi letterari. Ha pubblicato le raccolte poetiche: Fireşte că exagerez (Certo che esagero, 1994), Odyssex (1996), Cinema la mine-acasă (Cinema a casa mia, 2006), Moartea parafină (Morte ultrafine, 2010). È coautore dei volumi di poesia: Pe urmele marelui fluviu / Auf den Spuren des grossen Stroms (Sulle tracce del grande fiume, insieme a Nora Iuga, Ioan Es. Pop, Werner Lutz e Kurt Aebli, poesia e prosa, 2002), Timişoara în trei prieteni (Timişoara in tre amici, insieme a Dan Mircea Cipariu e Mihai Zgondoiu, 2003), O căruţă încărcată cu nimic/ Ein karren beladen mit nichts (Un carro carico di nulla, insieme a Ioan Es. Pop e Peter Sragher, 2008). Nel 2009 ha pubblicato in Germania il libro di poesia Heimkino, bei mir (Pop Verlag) e nel 2010, in Serbia, il volume bilingue Биоскоп у мојој куђи/ Cinema la mine-acasă (Meridijani).
La selezione di poesie che presentiamo è tratta dalla raccolta Morte ultrafine (Moartea parafină, Ed. Cartea Românească, Bucureşti, 2010), titolo che allude ai possibili significati della morte, al suo mantenere lo scorrere continuo e fatalmente finito della vita. «Nel mio libro – afferma Robert Şerban – la morte non è un personaggio negativo, ma una presenza molto fine, misteriosa, ubicua».

Da Morte ultrafine (Moartea parafină, 2010)

Per presentarmi un po’
vengo da un paese
in cui le croci
non fanno
mai
le ragnatele
agli
angoli

Să mă prezint puţin
vin dintr-o ţară
în care crucile
nu fac
niciodată
păianjeni
la
subţiori


Un desiderio


voglio scrivere
come se nascessi
pieno di sangue di pezzi di pelle e resti di carne
come il grido forte
prolungato
di un barbaro che ha rinnegato i suoi
in una foresta di statue romane
che lo guardano con disgusto e disprezzo

voglio scrivere
con un rotolo di parole
versi che escano dalle pagine
e si aggrappino alle pareti alle finestre alle porte
come fili d’un ragno che acchiappa l’insetto gigante
che si sta preparando a divorarlo
e
impazzito dalla paura
tesse senza posa incessantemente
finché si fonde
nei fili che si tendono – una camicia della morte
troppo grande
e
troppo sottile

O dorinţă
vreau să scriu
ca şi cum m-aş naşte
plin de sânge de bucăţi de piele şi resturi de carne
cu un ţipăt gros
prelung
de barbar lepădat de ai lui
într-o pădure de statui romane
ce-l privesc îngreţoşate şi cu dispreţ

vreau să scriu
cu un tăvălug de cuvinte
versuri care să iasă din pagini
şi să se agaţe de pereţi de ferestre de uşi
ca firele unui păianjen care a prins o insectă uriaşă
ce tocmai se pregăteşte să-l devoreze
şi
înnebunit de frică
ţese într-una într-una într-una
până când se topeşte
în aţele ce se întind – o cămaşă a morţii
prea mare
şi
prea subţire

Vita in una città
la vita in una città
dove nessuno ti conosce
non ha un cuore
gli unici battiti che senti
sono quelli delle campane che annunciano
le ore esatte
nessuno ti conosce qui
e quelli che ti sorridono
sono soltanto allegri o stupidi
o neanche sorridono a te
ogni volta che attraversi la città
il tuo cervello si ammorbidisce un po’
e dimentica
così come l’asfalto fuso su cui cammini
non ricorda
nessun’orma tua
per quanto fosse forte
o sicura

Viaţa într-un oraş
viaţa într-un oraş
unde nu te cunoaşte nimeni
nu are inimă
singurele bătăi pe care le auzi
sunt ale clopotelor ce anunţă
ore exacte
nimeni nu te ştie aici
iar cei care-ţi zâmbesc
sunt doar veseli sau proşti
sau nici măcar nu-ţi zâmbesc ţie
de câte ori traversezi oraşul
creierul ţi se-nmoaie încet
şi uită
aşa cum asfaltul topit pe care calci
nu ţine minte
nici măcar o urmă a ta
oricât de apăsată ar fi
oricât de sigură

Luogo
conosco il luogo
dove il vento
gonfia
i polmoni dei morti
e poi
li alza
al cielo

Locul
ştiu locul
unde vântul
umflă
plămânii morţilor
şi apoi
îi ridică
la cer
 



Litania
Dio buono,
che fortuna che sei lassù
tutto il tempo
perché mi possa aggrappare
a Te
di tanto in tanto


Acatist
Doamne Dumnezeule
ce bine că eşti sus
tot timpul
ca să mă pot agăţa
de Tine
din când în când


giocattolino da un soldo
spesso mi rallegro di cose così insignificanti
che sospetto me stesso
di non sapere bene cosa voglio dalla vita
sono alla sua metà e
mi piace credere che
ciò che vedo lontano lontano lontano lontano
piccola
come un giocattolino da un soldo
è la mia propria morte


Jucărioara de-un leu
deseori mă bucur de lucruri atât de neînsemnate
încât mă suspectez
că nu prea ştiu ce vreau de la viaţă
sunt la jumătatea ei
şi îmi place să cred
că ce văd departe departe departe departe
măruntă
ca o jucărioară de-un leu
e propria mea moarte

In alto il cuore
sono salito sul tetto della casa
in cui mio padre
il nonno
il bisnonno
sono nati
e
hanno vissuto la loro vita
l’ho cavalcata
come si cavalca un cavallo
se si ha mai questa fortuna
e mi sono aggrappato con entrambe le mani
alla chioma del tetto
ho sentito il cuore in alto
come mai prima
e dovetti chiudere gli occhi
perché non schizzasse da lì
e cominciasse a volare


Inima sus
m-am urcat pe casa
în care tata
bunicul
străbunicul
s-au născut
şi
şi-au trăit viaţa
am încălecat-o
aşa cum încaleci un cal
dacă ai vreodată norocul
şi m-am prins cu amândouă mâinile
de coama acoperişului
mi-am simţit inima sus
mai sus ca niciodată
încât a trebuit să-nchid ochii
ca să nu ţâşnească prin ei
şi să-mi zboare

Versi di Robert Şerban
Traduzione italiana di Afrodita Carmen Cionchin




5 commenti:

  1. L'impatto è molto forte.Una vita che "non si vive ma si cavalca".Ancora una volta,nella poesia romena,s'identifica un carattere forgiato dall'esistenza e dalle emozioni crude di un popolo che ha visto e lottato.Impossibile,restare indifferenti.

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  2. Sorprende, come penso debba fare la poesia. A volte spiazza dolcemente, a volte in maniera più brusca. Mi colpiscono in particolare due liriche: "In alto il cuore" (soprattutto nella seconda parte) e "Per presentarmi un po'".

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  3. che belle! quanta energia creativa nella poesia Un desiderio, voglio scrivere versi che escano dalle pagine e si aggrappino alle finestre, racchiude e sintetizza il desiderio di quelli che scrivono, scrivere cose che escano dalla pagina e s'imprimano intorno a noi; trovo bellissima anche In alto il cuore, con quella chioma del tetto che regala una sensazione di bellezza così intensa da doversi aggrappare per resistere; si, sono versi che escono dalla pagina

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  4. Questa poesia è fatta di cose naturali e quotidiane. Pare nasca spontanea come il respiro, come quelle cose "insignificanti" che uniche sanno dare un senso vero e profondo alla vita:

    "spesso mi rallegro di cose così insignificanti
    che sospetto me stesso
    di non sapere bene cosa voglio dalla vita."

    Non sapere bene cosa vogliamo dalla vita, è una dichiarazione che pochi hanno il coraggio di fare, preferiamo credere di sapere. Ancora una volta voglio affermare che il coraggio è un ingrediente fondamentale per fare una poesia .
    Anche se rischio di parlare al vento, ma anche per parlare al vento ci vuole coraggio. Grazie Robert, buon proseguimento sulla strada della poesia.

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  5. bellissima anche luogo, con quel vento che gonfia i polmoni dei morti, e li solleva al cielo, un'immagine molto potente

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